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A teatro con il Barbiere di Siviglia

  Tommaso Maccagni

  Pubblicato in data 13 novembre 2024, ore 07:45

Torino, Teatro Cubo,  5 e 7 novembre 2024.

Alla scoperta di una famosa opera lirica, con il creatore di Opera pop, gli studenti della seconda liceo hanno partecipato allo spettacolo de “il Barbiere di Siviglia”, raccontato attraverso la narrazione in prosa e l’ascolto di brani di opera lirica, guidati dall’attore e regista L. Orfeo.

 

“Comincia lo spettacolo!”. Le luci si spengono e le mani di L. Orfeo mimano l’apertura del sipario sulla scena del Barbiere di Siviglia: sul palcoscenico quattro manichini, ognuno dei quali prenderà vita attraverso le parole scelte con cura dal libretto dell’opera di Rossini e riprese dalla intonazione smaccatamente dialettale dell’unico attore, che per un’ora alterna personaggi, ruoli, suoni e musica, cercando di avvicinare i liceali a un genere musicale che i più considerano noioso, ancora oggi.

E se non fosse per qualche richiamo obbligato al silenzio e forse anche per i suoni a tratti avvertiti come troppo forti, il regista di Scampia sembra esser riuscito a lasciare almeno un segno tra gli studenti del Volta: “è una storia di libertà e amore”, come la definiscono dopo lo spettacolo alcuni dei giovani spettatori, che si aspettavano una trama più remota che attuale, e invece scoprono che si parla di “una donna che si libera praticamente da sola” dalle prevaricazioni sociali di un uomo violento. E per di più con una musica che ai tempi era stata rifiutata come rivoluzionaria e impropria per il pubblico tradizionalista e restio alle novità, “come gli adulti che oggi criticano la vostra musica, perché non la capiscono e non vi si riconoscono” ammicca oggi, al suo pubblico, l’attore e regista di Opera Pop.

E alla fine dell’evento, dopo aver interpretato il suono della tempesta con un semplice battito di mani, quelle dei 100 studenti all’oscuro del loro coinvolgimento nel corso dello spettacolo, ai quindicenni resta il messaggio dell’autore: “Se volete raggiungere un obiettivo o ottenere il lavoro dei vostri sogni, dove avere una fame spietata, e un desiderio ostinato di volerci arrivare”.

Lucia Maria Manazza